Credo sia importante che ognuno di noi metta a disposizione della comunità il proprio sapere e le proprie conoscenze in una situazione come quella che stiamo vivendo in questi giorni.
Sono tanti i professionisti si stanno spendendo per contribuire a migliorare la qualità della vita e dell’informazione. Il mio pensiero e il mio contribuito di oggi è per i più piccoli e per i genitori che si trovano ad affrontare queste giornate un po’ particolari. 1. Le emozioni dei bambini si nutrono delle emozioni dei genitori. È importante che gli adulti rimangano aggiornati sulle notizie, in modo che possano rispondere alle domande dei bambini, senza però cadere nella trappola dell'ansia e della paura. Cerca di rispondere onestamente alle domande che ti pone il tuo bambino senza entrare troppo nei dettagli, se non ti viene richiesto. 2. Essere informati ed essere ansiosi sono due cose diverse. Cerca di adattare l'approccio a seconda dell'età del bambino, dello stile di elaborazione delle informazioni e all'esposizione alle notizie sul virus. Nessuno conosce il tuo bambino meglio di te, quindi prova a chiederti: in base al suo carattere, più informazioni lo aiutano o lo rendono più ansioso? 3. Spiegagli cosa sta accadendo considerando la sua età. Si può chiedere ai più grandicelli cosa ne pensano e se sono preoccupati per qualcosa in particolare e condividere con loro le tue emozioni e i tuoi pensieri. Per i più piccoli la cosa più importante è l'ascolto, cerca di capire se c'è qualcosa di cui hanno paura e cosa hanno capito rispetto alle informazioni che hanno ricevuto. 4. Ognuno di noi può fare qualcosa per contrastare il virus. Puoi cogliere l'occasione per spiegargli l'importanza dell'igiene, come lavarsi accuratamente le mani e come starnutire nella piega del gomito. Tutto questo può aiutarli ad esercitare una forma di controllo sul loro corpo in modo che possano capire che anche se c'è qualcosa che fa paura ce ne sono altre che si possono fare per proteggersi da questo virus. 5. Sfrutta questa opportunità per fargli capire quanto è importante stare a casa quando si è ammalati. Delle volte da genitori si sottostima la pericolosità nel mandare a scuola i bambini anche se sono malati. Si tratta quindi di una buona occasione per insegnare ai bambini (e ricordare a noi stessi) quanto è importante limitare i contatti con le altre persone quando si sta male per evitare il diffondersi della malattia.
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Qualche giorno fa mi sono imbattuta in una domanda di una mamma sul profilo della collega Silvia Ferrero. La mamma in questione voleva sapere come poteva aiutare il suo bambino a combattere la stitichezza.
Io che ormai da anni seguo con passione i consigli dell’ostetrica Violeta Benini, ho immediatamente pensato al panchetto, il supporto che lei stessa consiglia per migliorare il modo in cui andiamo in bagno. Ho quindi contattato Silvia, chiedendole se avesse mai dato questo consiglio ai suoi “pazientini”. Negli anni, sono diverse le mamme che mi hanno ringraziato per la rivoluzione che il panchetto ha portato nelle loro famiglie. A sua volta anche Silvia mi ha informata sulle paure dei bambini nell’affrontare il “momento cacca” e da qui la nostra idea di informarvi insieme su questo argomento. (Articolo di Silvia: https://www.psicologaferrero.it/il-mio-bambino-non-vuole-fare-la-cacca/) Dal mio conto mi piacerebbe parlarvi della modalità in cui siamo soliti andare di corpo facendomi aiutare dalle preziose informazioni che ho trovato sul sito bedwettingandaccidents.com curato dal Dr. Steve Hodges. Per iniziare vi invito a riflettere a tutte le invenzioni che ci hanno migliorato la vita, tra queste ne riuscite a trovare qualcuna che abbia migliorato il modo in cui andiamo in bagno? Gli esseri umani sono stati progettati per accovacciarsi all’atto di defecare. Lo abbiamo fatto per tutta la storia umana, circa mezzo milione di anni. Ancora oggi più di un miliardo di persone sul pianeta, soprattutto in Asia, Medio Oriente e Africa, si accovacciano all’atto di defecare. Scommetto che pochi di loro siano stitici. Non è così nel mondo occidentalizzato, dove la costipazione cronica è un'epidemia e causa alti tassi di enuresi (perdita di pipì), encopresi (perdita di feci), frequenza/urgenza urinaria e infezioni del tratto urinario, per non parlare dei problemi di stomaco. Secondo il Dr. Hodges gli apparati digerenti dei bambini sono spesso intasati e lo sono per molte ragioni - tra cui la nostra dieta fatta di alimenti processati, la corsa allo spannolinamento e le regole restrittive dei bagno della scuola - ma sono i servizi igienici a peggiorare il problema. Questo perché il colon umano non è come ci è sempre sembrato. Penseresti che stare seduto sul water ponga la gravità a tuo favore, dando alle feci una direzione verso il basso. Ma è esattamente il contrario. Quando sei in piedi, il tuo retto è piegato, una posizione che aiuta a mantenere le feci al sicuro all'interno; quando ti accovacci, il retto si raddrizza e le feci cadono facilmente, senza dover spingere. Chiunque abbia mai fatto un campeggio sa quanto facilmente si possa andare di corpo sfruttando la natura. Sedersi sul water, al contrario, è come cercare di farlo in salita. Una prova? In questo studio israeliano è stato scoperto che andare di corpo in posizione accovacciata è più comodo e veloce che seduti sulla tavoletta del wc. I soggetti dello studio hanno defecato in 51 secondi da accovacciati, rispetto ai laboriosi 2 minuti e 10 secondi seduti su un water in maniera standard. Oppure, potete dare un'occhiata a questo studio giapponese in cui è stata registrata la pressione addominale di sei volontari mentre andavano di corpo scoprendo che la pressione diminuiva quando si accovacciavano. I water, a causa della loro altezza, sono particolarmente difficili per i bambini, che sono costretti ad andare di corpo con i piedi che penzolano. Pensateci: riuscireste a rilassare completamente il vostro corpo quando siete seduti su uno sgabello senza poggiapiedi? No! I bambini stringono istintivamente le gambe e i muscoli del pavimento pelvico per evitare di cadere. Non possiamo vedere i bambini contrarsi e potrebbero non rendersi conto che lo stanno facendo, ma vi assicuro che lo fanno. Il risultato: i bambini non evacuano del tutto. Possono sembrare "regolari" ma in realtà, le feci si accumulano nel retto, che non è stato progettato come struttura di stoccaggio. Nel tempo, la massa delle feci cresce e si indurisce e aumenta la dimensione del retto, spesso al doppio del suo diametro. Il retto imbottito di feci preme e aggrava la vescica vicina. La vescica va in tilt, singhiozzando e svuotandosi senza preavviso, prima che il bambino possa svegliarsi o andare in bagno. Ma non è tutto! Un retto allungato è come un calzino allungato: perde elasticità. Il retto non può comprimersi per espellere l'intero carico di feci e, poiché le pareti intestinali hanno perso tono, parte delle feci cadono. Un retto in queste condizioni perde anche sensibilità, quindi questi bambini potrebbero non sentire l'impulso di andare di corpo così si accumulano più feci, allungando ulteriormente il retto e compromettendone il tono e la sensibilità. È un circolo vizioso, ma può essere fermato. Per risolvere la stitichezza cronica, i bambini devono evacuare completamente ogni singolo giorno. Ciò significa che dovrebbero andare di corpo in posizione accovacciata. E se la tua casa ha un bagno piuttosto che un buco nel terreno, questo significa che il tuo bambino ha bisogno di uno sgabello, e non un semplice sgabello, ma qualcosa di abbastanza alto da metterli in una posizione completamente accovacciata. Articolo tradotto da: https://www.bedwettingandaccidents.com/single-post/2017/09/18/Finally-%E2%80%94-a-Squatty-Potty-for-Kids La duchessa di Cambridge ha parlato della sua esperienza di maternità nel podcast inglese “Happy Mum Happy Baby” dell'autrice e conduttrice Giovanna Fletcher.
Catherine Middleton ha rivelato di aver sofferto di iperemesi gravidica, un disturbo caratterizzato da nausea e vomito che si estende per tutto il periodo della gravidanza. Nella sua prima intervista podcast, Kate ha rivelato che questo disturbo non la rendeva “la più felice delle donne in gravidanza". Tuttavia, dopo aver provato di tutto per superarlo, ha capito l'importanza della "mente sul corpo". E così la presentatrice chiede alla duchessa: “Si dice che hai utilizzato l’hypnobirthing per le tue gravidanze?” E Kate risponde: “Si, l’ho fatto. È stato a causa dell’iperemesi che ho scoperto il potere della mente sul corpo, perché ho dovuto provare di tutto. Non dirò che William era lì in piedi in quel momento a cantarmi cose dolci. Non lo avrebbe fatto e io non gliel’ho chiesto, ma era qualcosa che volevo fare per me stessa, ho visto il potere che aveva su di me. Quando ero molto malata ho praticato i rilassamenti, la respirazione profonda e altre tecniche che ti insegnano in un corso hypnobirthing e mi sono resa conto che potevo prendere il controllo di me anche durante il travaglio. È stato profondamente potente.” Quindi cos'è l'hypnobirthing? Non ci sono orologi da tasca che oscillano da un lato all’altro o altri metodi di ipnosi, si tratta piuttosto di una forma di rilassamento profonda, che incoraggia le donne a usare la mente per gestire il dolore e l’imprevedibilità del parto. L’hypnobirthing rende l’esperienza del parto naturale o cesareo meno doloroso, aiuta la neomamma nel periodo iniziale della maternità ed è compatibile con i metodi farmacologici di riduzione del dolore, come l’epidurale. L’hypnobirthing può rendere il travaglio più veloce e ridurre il rischio di taglio cesareo riducendo la paura e l'ansia. L’hypnobirthing si basa infatti sul concetto che il nemico del parto non è il dolore, bensì paura, ansia e tensione. Queste reazioni, infatti, attivano nel nostro corpo un meccanismo primordiale che causa il rilascio di alcune sostanze “ostacolanti” per il parto. I giornali inglesi sostenevano già da tempo che Catherine Middleton avessero fatto ricorso all’Hypnobirthing per tutte e tre le nascite dei suoi bambini portando un numero sempre più crescente di donne anglosassoni a ricorrere a questa modalità di accompagnamento al parto. Per questo motivo dopo il successo nel Regno Unito e nel resto d'Europa, il mio obiettivo è stato quello di rendere accessibile l'Hypnobirthing a tutte le mamme italiane, ovunque loro siano. I corsi di Hypnobirthing Italia in modalità online prevedono 3 sessioni di circa 1 ora ciascuna così suddivise: Sessione 1 Introduzione all’autoipnosi L’importanza delle parole in gravidanza La logica Hypnobirthing Storie di nascite positive Come partoriscono i mammiferi I muscoli dell’utero Il sistema simpatico e parasimpatico Sessione 2 Respirazione “Up” Visualizzazioni Rilassamento della Testa e del Collo Rilassamento della Carezza Rilassamento Tocco Calmante Script di rilassamento: Il tappeto magico Dichiarazioni per un parto consapevole Script di rilassamento: Colore e Calma Il bambino nella posizione ideale per la nascita OA (Occipito Anteriore) Il bambino OP (Occipito Posteriore) Il bambino Podalico Il Pavimento Pelvico Il Massaggio del Perineo Posizioni per il parto Sessione 3 La data del termine Ginecologi e ostetriche Le domande del partner di nascita L’induzione del parto L’inizio del travaglio I luoghi del parto Metodi di analgesia Il travaglio Il ruolo del partner Fasi del Travaglio Transizione Il Parto Respirazione “Down” Visualizzazioni La “spinta” La Golden Hour Data e ora degli incontri possono essere stabiliti a seconda delle tue esigenze e quelle del tuo partner, qualora sia interessato a partecipare al corso, anche in orari serali e nel fine settimana. L’unica differenza con il corso in presenza riguarda la mancanza di esercitazioni pratiche dal vivo. Ti verranno infatti fornite le istruzioni per praticare autonomamente gli esercizi di rilassamento, inoltre il materiale che riceverai sarà: • MP3 per il rilassamento • The Hypnobirthing Book (ebook in italiano) • Dispense per i genitori con i contenuti trattati durante il corso • Supporto telefonico e via email per tutta la durata della gravidanza Vuoi ricevere maggiori informazioni? Scrivimi: [email protected] Questo articolo è stato pubblicato sull'American Journal of Obstetrics & Gynecology MFM il 4 Maggio 2020.
https://doi.org/10.1016/j.ajogmf.2020.100132 Quando nasce un bambino la relazione di coppia subisce delle prove di stabilità. Per la donna le attenzioni sono rivolte esclusivamente al neonato, perché tutto l’amore che è in grado di dare viene dispensato verso il figlio. Inoltre, alcuni fattori ormonali possono favorire dei momenti di abbassamento del tono dell’umore, che, anche se non sfociano in una vera e propria depressione post-partum, questi cali umorali possono generare delle crisi di identità, mettendo in dubbio il proprio ruolo genitoriale. Tale aspetto, se fosse messo in discussione con il partner non darebbe problemi in se per se perché potrebbe essere ricondotto all’interno della stessa coppia e quindi restituire al proprio compagno il ruolo di supporto emotivo-affettivo. Infatti il rischio è proprio quello che il partner possa sentirsi non più nutrito affettivamente, privato di un ruolo all’interno della coppia e quindi marginalizzato. Tutto questo può portare a sviluppare delle dinamiche conflittuali che all’insaputa di entrambi possono farli scivolare all’interno di conflitti ripetuti che possono sfociare in vere e proprie crisi coniugali. A partire dalla gravidanza, una coppia può lavorare su come si relaziona, condividendo le proprie esperienze emotive, riconoscendo l'importanza di sostenersi a vicenda e di far parte dell'esperienza reciproca. In questo scenario, una grande ispirazione può essere trovata nel libro del consulente matrimoniale Gary Chapman: “I 5 linguaggi dell’amore”. Secondo l'autore, questi cinque linguaggi possono essere utilizzati per capire come ci aspettiamo di ricevere e dare amore nelle relazioni e potrebbe essere applicato anche durante la gravidanza. Parole di affermazione Le parole di affermazione rappresentano un vero repertorio di frasi che il partner può dire al momento giusto: quando la mamma ha bisogno di sentirsi riconosciuta, quando si sente meno attraente, quando non si accetta i cambiamenti fisici e ha paura di non essere più desiderata. Queste frasi dovrebbero essere formulate anche senza una richiesta specifica, quando i segni di disagio sono percepiti o presunti dal partner. Soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza, quando una donna può sentirsi stanca mentalmente e persino fisicamente, il ruolo del partner è di incoraggiarla con parole di affermazione. Esempi pratici: "Hai un aspetto fantastico e diventerai un'ottima madre." "Anche se non è lo stesso per te, vedo una luce speciale sul tuo volto e sei bellissima oggi" "Guarda il percorso che abbiamo fatto, avrai presto il nostro bambino tra le braccia" Atti di servizio Un ruolo apparentemente facile per il partner è fornire atti di servizio. Ad esempio, anche se le faccende domestiche sono generalmente condivise da entrambi i partner, un servizio fuori dall'ordindario può essere molto apprezzato, a conferma dell'interesse nei confronti dell'altra persona. L'importante è ridurre le azioni quotidiane che la mamma deve compiere, in particolare durante la fine della gravidanza. Esempi pratici: - Preparare un pranzo al sacco per il partner o sorprenderla con il pranzo a lavoro - Pianificazione di un'intera settimana di pasti - Assunzione di un lavoro domestico che viene generalmente svolto dal partner Ricezione di regali Per quanto riguarda i regali, il ruolo più importante è svolto dall'immaginazione e dalla creatività. Ogni coppia ha una storia personale, i suoi bisogni e le sue preferenze in base al momento che sta vivendo. La scelta di un regalo è un gesto completamente personale, l'essenziale è che venga fatto con l'obiettivo di sorprendere l'altro che non si aspetta un simile atto in quel particolare momento. Durante la gravidanza, i regali utili vanno generalmente dalla cura della persona all'estetica, così come i regali che riportano bei ricordi. Esempi pratici: - Foto professionali - Parrucchiere/Trattamento corpo/Massaggio prenatale - Libri su gravidanza, parto, genitorialità ecc - Una babysitter per un appuntamento serale Tempo di qualità La definizione di "tempo di qualità" appare difficile perché si tratta di un'azione non generalizzabile, in quanto fortemente correlata alle preferenze di ogni coppia. Un buon modo per trascorrere del tempo di qualità potrebbe essere quello di fare di nuovo quello che una coppia faceva prima di pensare alla genitorialità e che viene trascurato durante la gravidanza. Essere in grado di conservare questi momenti, preservarli e garantire attenzione è un altro buon modo per comunicare l'interesse e la presenza reciproca. Esempi pratici: - Decorare la stanza del bambino insieme - Frequentare insieme appuntamenti prenatali o lezioni di accompagnamento al parto - Esercitare, camminare insieme Contatto fisico Il contatto fisico rappresenta il termometro della profondità di una relazione, più è presente, più è indicativo di quanto profonda e intensa sia la relazione. È sinonimo di vicinanza e calore, che appartengono al linguaggio non verbale, ed è un gesto che trasmette sicurezza della presenza nel tempo e fiducia nella relazione. Cosa c'è di meglio per una donna che dovrà prendersi cura di un bambino dell'essere sicura di ricevere amore? Esempi pratici: - Sentire i movimenti del bambino insieme/toccare la pancia - Massaggio schiena/piedi - Ballare/Coccolarsi/ Baciarsi American Journal of Obstetrics & Gynecology MFM Personal Perspective The Five Love Languages of Pregnancy Author Ilaria Giangiordano https://doi.org/10.1016/j.ajogmf.2020.100132 |
AutoreDott.ssa Ilaria Giangiordano Archivi
January 2022
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