Le contrazioni si fanno regolari, potenti, intense. È arrivato il momento che tanto avete aspettato! Siete pronti per lasciare il vostro nido d’amore e andare in ospedale. Ma cosa accade?
Il passaggio da casa in ospedale può essere destabilizzante, specialmente per il tuo compagno, il quale, se non ha potuto frequentare un corso preparto come quello di Hypnobirthing Italia, si trova ora in un ambiente poco familiare, con la voglia di fare qualcosa per sostenerti ma con poca confidenza per farlo davvero, specialmente davanti ad un pubblico come quello di un personale sanitario. E così, spesso, i papà si sentono di troppo e ritengono che sia meglio affidarti a delle cure altamente specializzate. Ma al di là delle conoscenze e della preparazione, chi può conoscerti meglio del tuo compagno? Solo lui sa quante volte ti sei arrabbiata al mattino quando cercava di svegliarti tirando su le tapparelle per far entrare un po’ di luce, o quanto tu sia freddolosa e possa adorare scaldare i piedi gelidi sulla sua schiena in inverno. Insomma chi conosce le tue preferenze meglio di lui? Nessuno. Per questo motivo ho deciso di costruire una checklist molto semplice, strutturata in sole due pagine e che potete stampare, plastificare e inserire già da ora nella vostra valigia del parto. Vi basterà leggerla insieme per decidere cosa possa fare al caso vostro, in modo tale che il giorno del travaglio il tuo compagno possa sbirciare la checklist e provvedere al tuo comfort lasciandoti libera di concentrarti sull’esperienza e dandoti la possibilità di spegnere davvero il tuo cervello razionale per accendere la parte più antica e potente che aiuterà il processo del travaglio e del parto. Per ricevere la checklist basta iscriversi alla newsletter di Hypnobirthing Italia e potrai subito scaricare il documento in formato pdf. Vuoi ricevere la checklist per il comfort in travaglio?Iscriviti alla Newsletter e scarica subito il pdf gratuito per preparati al parto. Grazie!
5 Comments
Credo sia importante che ognuno di noi metta a disposizione della comunità il proprio sapere e le proprie conoscenze in una situazione come quella che stiamo vivendo in questi giorni.
Sono tanti i professionisti si stanno spendendo per contribuire a migliorare la qualità della vita e dell’informazione. Il mio pensiero e il mio contribuito di oggi è per i più piccoli e per i genitori che si trovano ad affrontare queste giornate un po’ particolari. 1. Le emozioni dei bambini si nutrono delle emozioni dei genitori. È importante che gli adulti rimangano aggiornati sulle notizie, in modo che possano rispondere alle domande dei bambini, senza però cadere nella trappola dell'ansia e della paura. Cerca di rispondere onestamente alle domande che ti pone il tuo bambino senza entrare troppo nei dettagli, se non ti viene richiesto. 2. Essere informati ed essere ansiosi sono due cose diverse. Cerca di adattare l'approccio a seconda dell'età del bambino, dello stile di elaborazione delle informazioni e all'esposizione alle notizie sul virus. Nessuno conosce il tuo bambino meglio di te, quindi prova a chiederti: in base al suo carattere, più informazioni lo aiutano o lo rendono più ansioso? 3. Spiegagli cosa sta accadendo considerando la sua età. Si può chiedere ai più grandicelli cosa ne pensano e se sono preoccupati per qualcosa in particolare e condividere con loro le tue emozioni e i tuoi pensieri. Per i più piccoli la cosa più importante è l'ascolto, cerca di capire se c'è qualcosa di cui hanno paura e cosa hanno capito rispetto alle informazioni che hanno ricevuto. 4. Ognuno di noi può fare qualcosa per contrastare il virus. Puoi cogliere l'occasione per spiegargli l'importanza dell'igiene, come lavarsi accuratamente le mani e come starnutire nella piega del gomito. Tutto questo può aiutarli ad esercitare una forma di controllo sul loro corpo in modo che possano capire che anche se c'è qualcosa che fa paura ce ne sono altre che si possono fare per proteggersi da questo virus. 5. Sfrutta questa opportunità per fargli capire quanto è importante stare a casa quando si è ammalati. Delle volte da genitori si sottostima la pericolosità nel mandare a scuola i bambini anche se sono malati. Si tratta quindi di una buona occasione per insegnare ai bambini (e ricordare a noi stessi) quanto è importante limitare i contatti con le altre persone quando si sta male per evitare il diffondersi della malattia. Qualche giorno fa mi sono imbattuta in una domanda di una mamma sul profilo della collega Silvia Ferrero. La mamma in questione voleva sapere come poteva aiutare il suo bambino a combattere la stitichezza.
Io che ormai da anni seguo con passione i consigli dell’ostetrica Violeta Benini, ho immediatamente pensato al panchetto, il supporto che lei stessa consiglia per migliorare il modo in cui andiamo in bagno. Ho quindi contattato Silvia, chiedendole se avesse mai dato questo consiglio ai suoi “pazientini”. Negli anni, sono diverse le mamme che mi hanno ringraziato per la rivoluzione che il panchetto ha portato nelle loro famiglie. A sua volta anche Silvia mi ha informata sulle paure dei bambini nell’affrontare il “momento cacca” e da qui la nostra idea di informarvi insieme su questo argomento. (Articolo di Silvia: https://www.psicologaferrero.it/il-mio-bambino-non-vuole-fare-la-cacca/) Dal mio conto mi piacerebbe parlarvi della modalità in cui siamo soliti andare di corpo facendomi aiutare dalle preziose informazioni che ho trovato sul sito bedwettingandaccidents.com curato dal Dr. Steve Hodges. Per iniziare vi invito a riflettere a tutte le invenzioni che ci hanno migliorato la vita, tra queste ne riuscite a trovare qualcuna che abbia migliorato il modo in cui andiamo in bagno? Gli esseri umani sono stati progettati per accovacciarsi all’atto di defecare. Lo abbiamo fatto per tutta la storia umana, circa mezzo milione di anni. Ancora oggi più di un miliardo di persone sul pianeta, soprattutto in Asia, Medio Oriente e Africa, si accovacciano all’atto di defecare. Scommetto che pochi di loro siano stitici. Non è così nel mondo occidentalizzato, dove la costipazione cronica è un'epidemia e causa alti tassi di enuresi (perdita di pipì), encopresi (perdita di feci), frequenza/urgenza urinaria e infezioni del tratto urinario, per non parlare dei problemi di stomaco. Secondo il Dr. Hodges gli apparati digerenti dei bambini sono spesso intasati e lo sono per molte ragioni - tra cui la nostra dieta fatta di alimenti processati, la corsa allo spannolinamento e le regole restrittive dei bagno della scuola - ma sono i servizi igienici a peggiorare il problema. Questo perché il colon umano non è come ci è sempre sembrato. Penseresti che stare seduto sul water ponga la gravità a tuo favore, dando alle feci una direzione verso il basso. Ma è esattamente il contrario. Quando sei in piedi, il tuo retto è piegato, una posizione che aiuta a mantenere le feci al sicuro all'interno; quando ti accovacci, il retto si raddrizza e le feci cadono facilmente, senza dover spingere. Chiunque abbia mai fatto un campeggio sa quanto facilmente si possa andare di corpo sfruttando la natura. Sedersi sul water, al contrario, è come cercare di farlo in salita. Una prova? In questo studio israeliano è stato scoperto che andare di corpo in posizione accovacciata è più comodo e veloce che seduti sulla tavoletta del wc. I soggetti dello studio hanno defecato in 51 secondi da accovacciati, rispetto ai laboriosi 2 minuti e 10 secondi seduti su un water in maniera standard. Oppure, potete dare un'occhiata a questo studio giapponese in cui è stata registrata la pressione addominale di sei volontari mentre andavano di corpo scoprendo che la pressione diminuiva quando si accovacciavano. I water, a causa della loro altezza, sono particolarmente difficili per i bambini, che sono costretti ad andare di corpo con i piedi che penzolano. Pensateci: riuscireste a rilassare completamente il vostro corpo quando siete seduti su uno sgabello senza poggiapiedi? No! I bambini stringono istintivamente le gambe e i muscoli del pavimento pelvico per evitare di cadere. Non possiamo vedere i bambini contrarsi e potrebbero non rendersi conto che lo stanno facendo, ma vi assicuro che lo fanno. Il risultato: i bambini non evacuano del tutto. Possono sembrare "regolari" ma in realtà, le feci si accumulano nel retto, che non è stato progettato come struttura di stoccaggio. Nel tempo, la massa delle feci cresce e si indurisce e aumenta la dimensione del retto, spesso al doppio del suo diametro. Il retto imbottito di feci preme e aggrava la vescica vicina. La vescica va in tilt, singhiozzando e svuotandosi senza preavviso, prima che il bambino possa svegliarsi o andare in bagno. Ma non è tutto! Un retto allungato è come un calzino allungato: perde elasticità. Il retto non può comprimersi per espellere l'intero carico di feci e, poiché le pareti intestinali hanno perso tono, parte delle feci cadono. Un retto in queste condizioni perde anche sensibilità, quindi questi bambini potrebbero non sentire l'impulso di andare di corpo così si accumulano più feci, allungando ulteriormente il retto e compromettendone il tono e la sensibilità. È un circolo vizioso, ma può essere fermato. Per risolvere la stitichezza cronica, i bambini devono evacuare completamente ogni singolo giorno. Ciò significa che dovrebbero andare di corpo in posizione accovacciata. E se la tua casa ha un bagno piuttosto che un buco nel terreno, questo significa che il tuo bambino ha bisogno di uno sgabello, e non un semplice sgabello, ma qualcosa di abbastanza alto da metterli in una posizione completamente accovacciata. Articolo tradotto da: https://www.bedwettingandaccidents.com/single-post/2017/09/18/Finally-%E2%80%94-a-Squatty-Potty-for-Kids |
AutoreDott.ssa Ilaria Giangiordano Archivi
January 2022
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