Un compito arduo?
L'atto di scrivere una storia di nascita può inizialmente sembrare un compito arduo, soprattutto se hai avuto un parto traumatico. Può sembrarti difficile riportare te stessa in quello scenario, ricordare gli avvenimenti di quel giorno e come se non bastasse recuperare ricordi dolorosi, ma può rappresentare anche un potente mezzo di rielaborazione. Perché scrivere la mia storia? Dopo il parto, ci si ritrova spesso in un vortice di emozioni, ci si sente perse nel cercare di comprendere da dove iniziare con il processo di elaborazione e si cerca di capire cosa è accaduto. Spesso i dettagli e l'ordine degli eventi del parto possono sembrare confusi, si può persino sperimentare incertezza su ciò che è stato detto e da chi. Parte del processo di guarigione consiste nel ripercorrere il parto per separare le emozioni dagli eventi, ma è difficile smontare qualcosa che non è stato ancora "messo insieme". Per questo dovresti considerare di scrivere la tua storia di nascita, come un primo passo importante per la rielaborazione. Il processo di mettere insieme i fattori che compongono la nascita fornisce spesso una nuova chiarezza che può di per sé alleviare una certa intensità. Questo esercizio ti permette di redigere una tua documentazione su "cosa è successo", uno strumento importante per comprendere ulteriormente la tua esperienza. Come inizio? Potresti iniziare la storia dal momento in cui è iniziato il travaglio o quando le acque si sono rotte, o quando sei stata ricoverati in ospedale per ipertensione nelle ultime settimane o in qualsiasi modo è iniziata la tua storia. Può presentarsi come un "flusso di coscienza", in cui la iniziare a seguire la storia dove ti porta, senza preoccuparti della punteggiatura o della grammatica, ma semplicemente lasciando che la penna scorra. A volte, può essere difficile sapere da dove iniziare, quindi di seguito sono riportate alcune domande per avviare il processo: Come è iniziato il tuo travaglio? Dove eri? Con chi eri? Come ti sei sentita? Qualcuno ha detto qualcosa che ti ha colpito? Costa stavi pensando? Il parto è iniziato con una complicanza che ha previsto il ricovero in ospedale? Forse puoi iniziare raccontando questa complicanza, le opzioni che ti sono state suggerite (se applicabili), i tuoi pensieri durante il counseling con il personale sanitario e gli eventi successivi al ricovero. Qual è stata la serie di eventi che hanno portato all'arrivo del tuo bambino, una volta iniziato il travaglio o una volta prese le decisioni su come sarebbe arrivato il tuo bambino? Chi c'era? Cosa ricordi di aver provato rispetto alle persone presenti? Cosa ti colpisce di quella parte del parto? Anche se non sei sicura dell'ordine degli eventi, scrivilo come ricordi, poiché questi dettagli possono spesso essere rivisti in seguito e la storia modificata. Per ora, è solo un'opportunità per depositare tutto sulla carta. Non riesco ad iniziare Se alcuni aspetti della tua storia sembrano troppo "grandi" da affrontare, va bene. Forse iniziare con un'altra parte della tua storia potrebbe essere meglio per ora, finché non ti senti in grado di scrivere di qualcosa che è stato particolarmente traumatico o intenso. Potresti trovare utile cercare il supporto di un amico, del tuo partner, di un professionista che possano essere lì per te mentre racconti questi eventi difficili. Se hai difficoltà a trovare le parole, forse potresti semplicemente scrivere della parte del parto che risuona nella tua mente in questo momento. Può darsi che l'atto di scrivere questa parte della nascita che ti sta davvero preoccupando possa aprire le porte per il resto della storia e che scorra una volta che hai iniziato. Puoi concentrarti sulla parte pertinente della tua storia per il momento e scrivere il resto della tua storia attorno ad essa, magari in un secondo momento. Se ritieni che scrivere qualcosa sia troppo difficile, potresti prendere in considerazione l'utilizzo di uno strumento voce-testo. Può darsi che liberandoti dal processo di scrittura, le parole fluiscano più facilmente. La mia storia come la ricordo La storia scritta dei tuoi ricordi è incredibilmente potente, in quanto è una rappresentazione della tua esperienza di parto. Fornisce informazioni importanti su come hai ricostruito l'esperienza e cosa ti ha colpito. Può rivelare la tua interpretazione di frammenti di conversazione o la tua comprensione delle ragioni delle decisioni degli operatori sanitari. Può includere la tua risposta emotiva agli eventi. Queste informazioni possono essere un indizio vitale per te e per coloro che ti supportano, nel comprendere di più la tua esperienza. Questa versione grezza della tua storia ora è a tua disposizione per approfondire la tua comprensione dell'evento. Scrivere la storia del parto è in realtà solo il punto di partenza per questo esercizio. Una volta che hai uno schema di base degli eventi accaduti, è il momento di "colorare" il resto della storia. Questo passaggio implica chiarire l'ordine degli eventi e scoprire di più su ciò che stava accadendo durante il parto al di fuori della tua esperienza. Il mio parto Dopo un parto traumatico, molte donne esprimono la sensazione che il parto non sia stato il "loro" parto, che appartenesse al medico, all'ospedale o all'ostetrica, ma non alla donna stessa. Può essere difficile da esprimere, poiché suona strano, ma in realtà ha molto senso. Scrivere la tua storia di parto può essere una parte importante del "restituire la nascita al legittimo proprietario": tu! Si tratta di un processo chiamato "riappropriazione del proprio parto" ed è importante sapere perché questo passaggio può essere così utile. Mi hanno fatto partorire Spesso, le donne descrivono il parto come qualcosa che "è stato fatto fare loro" piuttosto che "averlo fatto esse stesse". Questa è una distinzione importante, poiché è stato riscontrato che entrambi questi sentimenti hanno esiti postnatali. Questo pensiero non infonde fiducia nelle tue capacità o nelle capacità del tuo corpo. Inoltre, non riconosce che sei la madre, la parte più importante in questa nascita. Quando è la donna a partorire, è la protagonista, prende decisioni, lavora con il personale sanitario lo supporta, è coinvolta ed è padrona dell'evento. Questo è il modo in cui la natura ha progettato la nascita... ma non è così che il nostro sistema sanitario o anche la nostra cultura prepara le donne al parto. La maggior parte delle donne non conosce l'impatto di tutto questo prima di avere figli. Il parto è stata progettata per raccogliere i doni che la natura ha previsto dalla nascita. Questi doni migliorano la scoperta della forza (fisica e mentale), la pazienza, la capacità di essere flessibili e di arrendersi: tutte abilità importanti per l'esperienza di genitorialità. Sfortunatamente, subire le decisioni del parto - anche si trattava di procedure che salvano la vita - può far sì che una donna si senta fuori controllo, confusa, spaventata o addirittura come se non fosse importante nel processo. Questo può avere implicazioni dopo la nascita, con il risultato che le donne sperimentano delusione o senso di vuoto, mancanza di fiducia nelle cure, ipervigilanza e sentimenti di fallimento. Restituire la nascita alla donna Il processo di scrittura della tua storia di nascita può diventare il processo di riappropriazione del tuo parto... il che significa davvero restituire la nascita alla donna. Ciò può verificarsi quando una donna comprende:
Passi per riappropriarsi del parto
Passi verso la guarigione Ciascuno di questi passaggi può portare nuove rivelazioni, altre aspetti da elaborare e nuove comprensioni sull'evento. Combinati, questi passaggi hanno il potenziale di consentirti di arrivare a una nuova relazione con il parto. Può finalmente diventare la "tua" nascita. Articolo adattato da un capitolo di How to Heal a Bad Birth: making sense, making peace and moving on di Melissa Bruijn e Debby.
1 Commento
Molte donne soffrono di nausee durante la gravidanza. Un tempo venivano chiamate "nausee mattutine", ma si è rivelata una definizione poco accurata in quanto, sebbene per molte donne la nausea possa verificarsi solo al mattino, per altre può andare avanti tutto il giorno. La maggior parte delle donne scopre di tornare alla normalità dopo il primo trimestre. Per altri questa condizione può persistere per vari periodi di tempo e occasionalmente per tutta la gravidanza. Come si possono gestire le nausee in gravidanza? Si può spaziare da rimedi farmacologi a rimendi naturali ma quello che spesso viene sottovaluto riguarda il fatto che in gravidanza, i fattori emotivi possono contribuire a nausea e vomito ricorrenti. Esiste una complessa interazione tra fattori psicologici ed emotivi e risposte fisiche e mentali a questo disturbo. In che modo nello specifico? È del tutto fisiologico ritrovarsi in un "conflitto" causato dalla gravidanza, ad esempio, la paura e l'ansia del futuro in termini di cambiamento di ruoli e responsabilità, nonché le possibili ripercussioni socioeconomiche. Sono proprio questi “conflitti” a manifestarsi fisicamente come nausea e vomito durante la gravidanza. Sappiamo, ad esempio, che l'ipnosi insegna all'intestino ad essere meno reattivo alle emozioni e cambia il modo in cui il cervello elabora le informazioni inviate dall'intestino. In altre parole, aiuta a non reagire negativamente a sintomi e fattori dello stress che possono peggiorare qualsiasi sensanzione avvertita come "dolorosa" o "fastidiosa" dal nostro cervello. Per questo motivo ho registrato un audio gratuito per supportarti se soffri di qualsiasi forma di nausea gravidica. I rilassamenti che l'hypnobirthing offre per aiutare con questa condizione possono essere molto efficaci, a volte dimentichiamo quanto la mente influenzi il corpo e questo è un esempio di quanto possiamo essere grati che sia così. Scarica qui l'audio gratuito di Hypnobirthing Italia per le nausee in gravidanza. Quindi nel trattare la nausea si dovrebbe tenere in considerazione in modo appropriato sia le componenti fisiche che quelle psicologiche. Oltre all'ipnosi, ricorda che, se stai soffrendo di nausee, hai bisogno di: 🤲🏻 Incoraggiamento 🤓 Spiegazioni adeguate ❤️ Rassicurazione 🥰 Che ti venga data l'opportunità di elaborare le emozioni della gravidanza. 📓Il semplice fatto di iniziare un diario in cui annoti gli episodi di malessere e le attività quotidiane, può aiutarti a scoprire gli antecedenti o ad analizzare ciò che accade e le conseguenze, che siano fisiche e/o psicologiche. Un esempio "reale" La duchessa di Cambridge ha parlato della sua esperienza di maternità nel podcast inglese “Happy Mum Happy Baby” dell'autrice e conduttrice Giovanna Fletcher. Catherine Middleton ha rivelato di aver sofferto di iperemesi gravidica, un disturbo caratterizzato da nausea e vomito che si estende per tutto il periodo della gravidanza. Nella sua prima intervista podcast, Kate ha rivelato che questo disturbo non la rendeva “la più felice delle donne in gravidanza". Tuttavia, dopo aver provato di tutto per superarlo, ha capito l'importanza della "mente sul corpo". E così la presentatrice chiede alla duchessa: “Si dice che hai utilizzato l’hypnobirthing per le tue gravidanze?” E Kate risponde: “Si, l’ho fatto. È stato a causa dell’iperemesi che ho scoperto il potere della mente sul corpo, perché ho dovuto provare di tutto. Non dirò che William era lì in piedi in quel momento a cantarmi cose dolci. Non lo avrebbe fatto e io non gliel’ho chiesto, ma era qualcosa che volevo fare per me stessa, ho visto il potere che aveva su di me. Quando ero molto malata ho praticato i rilassamenti, la respirazione profonda e altre tecniche che ti insegnano in un corso hypnobirthing e mi sono resa conto che potevo prendere il controllo di me anche durante il travaglio. È stato profondamente potente.” Quindi cos'è l'hypnobirthing? Non ci sono orologi da tasca che oscillano da un lato all’altro o altri metodi di ipnosi, si tratta piuttosto di una forma di rilassamento profonda, che incoraggia le donne a usare la mente per gestire il dolore e l’imprevedibilità del parto. L’hypnobirthing rende l’esperienza del parto naturale o cesareo meno doloroso, aiuta la neomamma nel periodo iniziale della maternità ed è compatibile con i metodi farmacologici di riduzione del dolore, come l’epidurale. L’hypnobirthing può rendere il travaglio più veloce e ridurre il rischio di taglio cesareo riducendo la paura e l'ansia. L’hypnobirthing si basa infatti sul concetto che il nemico del parto non è il dolore, bensì paura, ansia e tensione. Queste reazioni, infatti, attivano nel nostro corpo un meccanismo primordiale che causa il rilascio di alcune sostanze “ostacolanti” per il parto. I giornali inglesi sostenevano già da tempo che Catherine Middleton avessero fatto ricorso all’Hypnobirthing per tutte e tre le nascite dei suoi bambini portando un numero sempre più crescente di donne anglosassoni a ricorrere a questa modalità di accompagnamento al parto. Per questo motivo dopo il successo nel Regno Unito e nel resto d'Europa, il mio obiettivo è stato quello di rendere accessibile l'Hypnobirthing a tutte le mamme italiane, ovunque loro siano. Vuoi ricevere maggiori informazioni? Scrivimi: [email protected] Secondo l’organizzazione mondiale della sanità i neonati dovrebbero essere allattati esclusivamente al seno per i primi sei mesi di vita per poi ricevere alimenti complementari continuando ad essere allattati fino a due anni o più (1). Ma cosa si intende per “essere allattati esclusivamente al seno”? L’allattamento di tipo esclusivo può essere definito come l’assunzione di nessun altro cibo o bevanda, nemmeno acqua, all’infuori del latte materno per i primi sei mesi di vita.
I neonati allattati esclusivamente presentano un rischio minore nell’insorgenza di malattie gastrointestinali e respiratorie (2), inoltre, la durata dell'allattamento al seno è associata ad un migliore sviluppo neurocomportamentale. Secondo una metanalisi del 2013, dal titolo “Long-term effects of breastfeeding” (Horta et al.,) la durata totale dell’allattamento e l’allattamento esclusivo al seno sono associati con un livello di QI più alto di 3,5 punti nei test di intelligenza (3). La possibilità che il miglior sviluppo neurocomportamentale sia dovuto all’azione dei componenti del latte materno è stata ampiamente discussa: studi clinici hanno già evidenziato l’importanza degli acidi grassi polinsaturi a catena lunga, noti come LCPUFA, tra cui l'acido arachidonico (AA) e l'acido docosaesaenoico (DHA) sugli effetti positivi dell'allattamento al seno (4). AA e DHA costituiscono gli LCPUFA predominanti del sistema nervoso centrale e vengono accumulati rapidamente nel tessuto cerebrale durante l’ultimo trimestre di gravidanza e i primi due anni di vita. Ma, sono soprattutto gli oligosaccaridi del latte umano (HMO) a fornire ai neonati l'acido sialico come nutriente potenzialmente essenziale per lo sviluppo cerebrale. L'allattamento al seno può quindi essere associato ad un aumento della concentrazione cerebrale di gangliosidi e sialoglicoproteine. L'acido sialico e gli acidi grassi polinsaturi a catena lunga (LCPUFA), in particolare l'acido docosaesaenoico (DHA), possono essere collegati ad un miglior sviluppo cerebrale. In uno studio del 2003, dal titolo “Brain ganglioside and glycoprotein sialic acid in breastfed compared with formula-fed infants” (Wang et al.,), sono stati analizzati campioni di corteccia cerebrale frontale di 25 neonati deceduti per sindrome della morte improvvisa infantile (Sudden Infant Death Syndrome – SIDS), di cui 12 erano stati allattati al seno, 10 con latte formulato, 1 con allattamento parziale, mentre di 2 non era noto il tipo di alimentazione. Dallo studio emerge che l’acido sialico legato a proteine negli allattati al seno aumenta progressivamente, presentando una correlazione positiva con l’età statisticamente significativa (p=0,025), cosa che non si verifica negli allattati artificialmente. Un altro fattore molto importante rispetto allo sviluppo cognitivo dei neonati riguarda maturazione della materia bianca mielinizzata. Come già specificato, il latte materno fornisce micro e macro-nutrienti, PUFA a catena corta e lunga, fosfolipidi, e ormoni che permettono l'assemblaggio e il mantenimento della guaina mielinica. Le carenze di queste sostanze nutritive possono determinare una mielinizzazione subottimale che può avere effetti neurocognitivi di lunga durata. E’ quindi interessante analizzare l’influenza dell’allattamento al seno, rispetto a quello artificiale, sullo sviluppo iniziale del cervello e sui risultati cognitivi successivi. Uno studio longitudinale del 2018 dal titolo “Early nutrition influences developmental myelination and cognition in infants and young children”(Deoni S. et al.) ha investigato l’effetto delle diverse pratiche di allattamento dei neonati sulla mielinizzazione precoce del cervello e sullo sviluppo cognitivo. È stata utilizzata la risonanza magnetica a riposo su bambini dai 4 mesi ai 6 anni di età per cui erano note le abitudini alimentari (allattati esclusivamente al seno per almeno 3 mesi; allattati esclusivamente in modo artificiale per almeno 3 mesi; allattamento misto). I risultati hanno dimostrato che l'allattamento esclusivo al seno per almeno 3 mesi è associato ad un miglior sviluppo di materia bianca e di mielinizzazione nelle regioni frontali del cervello. Gli autori dello studio hanno riscontrato anche rapporti positivi tra la microstruttura della materia bianca e la durata dell’allattamento al seno anche in diverse regioni del cervello che sono anatomicamente compatibili con i miglioramenti osservati nelle misure delle prestazioni cognitive e comportamentali, più specificamente il linguaggio espressivo, la reazione visiva e le abilità motorie delicate. Date queste importanti premesse, ci sono diversi articoli che dimostrano che i neonati allattati con latte artificiale mostrino abilità cognitive ridotte rispetto ai bambini allattati al seno (7). Attualmente ci si chiede quindi come poter colmare questo gap tra bambini nutriti con latte artificiale e bambini nutriti con allattamento materno. La componente più rilevante riguarda sicuramente il gruppo di carboidrati non digeribili noti come oligosaccaridi del latte umano (HMO), terzo componente predominante nel latte materno (8). Degli oltre 150 HMO identificati finora, il 2-fucosillattosio (2'FL) sembra essere il candidato più promettente ad influenzare positivamente le capacità cognitive infantili. Studi su animali hanno rivelato che l'esposizione a 2’FL ha migliorato i risultati cognitivi dell'apprendimento, della memoria e dell'attenzione nei roditori (9, 10). Ciò può essere attribuito a diversi meccanismi. Infatti, l’obiettivo di uno degli studi più recenti dal titolo “Human milk oligosaccharide 2’- fucosyllactose links feedings at 1 month to cognitive development at 24 months in infants of normal and overweight mothers”(Berger et al.) è stato quello di cercare d determinare l'influenza di 2'FL presente nel latte materno sullo sviluppo cognitivo infantile rispetto alla frequenza dell’allattamento. In questo studio di coorte su 50 madri e i loro bambini, i ricercatori hanno analizzato la composizione del latte materno e la frequenza dell’allattamento dal primo al sesto mese. Lo sviluppo cognitivo è stato misurato a 24 mesi usando la scala Bayley-III. Lo studio ha dimostrato che la quantità di 2'FL nel latte materno nel primo mese di alimentazione era correlata a punteggi di sviluppo cognitivo significativamente più alti nei bambini entro i 2 anni. La quantità di 2'FL nel latte materno a 6 mesi di alimentazione non era correlata ai risultati cognitivi, indicando che l'esposizione precoce potrebbe essere più vantaggiosa. In conclusione, risulta importante il potenziamento del supporto alla neomamme, in una società in cui si cerca ancora di limitare la durata e la frequenza dell’allattamento e si presta ancora attenzione alla distanza temporale tra una poppata e l’altra. La conoscenza della fisiologia permette di leggere la relazione tra mamma e bambino con più cognizione di causa evitando consigli o valutazioni che non sono aderenti alla realtà. Ecco perché è importante la promozione di una consulenza con più di un professionista: ostetrica per la conoscenza della fisiologia e psicologica, per fornire sostegno emotivo e motivazionale. Per le donne che, invece, a causa di specifiche problematiche, non sono in grado di allattare al seno o possono farlo solo a breve termine, le attuali ricerche sugli effetti degli oligosaccaridi, e nello specifico di 2'FL, potrebbero risultare indispensabili per migliorare la qualità del latte formulato come supporto per lo sviluppo cognitivo dei neonati. Se sei in dolce attesa e vuoi prepararti a vivere la tua esperienza di allattamento puoi considerare il corso "Io posso allattare" a cura dell'Ostetrica Sara Menzione. Bibliografia
La settimana dedicata all’hypnobirthing non poteva concludersi diversamente se non con questa storia, un viaggio attraverso un’esperienza positiva che rompe le barriere della solitudine in travaglio con la forza che solo una donna può avere.
Non c’è stato un percorso in cui una mamma, un papà e il loro bambino non abbiano lasciato in me un’impronta e un ricordo che custodirò per sempre come un dono. Ognuna di voi in modo diverso mi ha permesso di diventare chi sono oggi. Il percorso con Rosalina mi ha dato la possibilità di comprendere dove può arrivare la volontà, il sacrificio e l’istinto di protezione di una madre. "Il travaglio è stato bellissimo: un viaggio per arrivare a conoscere la mia bimba, un viaggio di cui ho goduto ogni minuto, un viaggio dolce e lontano da qualsiasi sofferenza. Tutto è successo all'improvviso ma non sono stata sopraffatta dall'ansia, anzi, quando si sono rotte le acque piangevo di gioia perché voleva dire che presto avrei conosciuto la mia bambina. Nei momenti in cui mi preparavo per andare in ospedale, non avevo nessuna preoccupazione, mi sentivo molto sicura grazie ai corsi di Hypnobirthing che ho seguito in questi mesi. Ho affrontato il travaglio da sola: in piedi, camminando, facendo esercizi, respirazioni up, visualizzazioni e rilassamenti imparati con l’Hypnobirthing. Non ho mai emesso grida di dolore, gli unici suoni che emettevo erano vocalizzi e armonici per accompagnare le contrazioni, non ho mai sentito l'istinto di arrendermi o di voler "scappare", di voler interrompere la "sofferenza" perché per me il travaglio non è stato una sofferenza ma una dolce attesa. Ero pienamente consapevole, presente e felice di poter "aiutare" la mia bambina a venire al mondo: eravamo completamente complici. Le parlavo e lei sapeva che la sua mamma ce la stava mettendo tutta e così si è preparata a nascere nel modo più dolce e sereno possibile. Il luogo che ho scelto par partorire ha contribuito al senso di sicurezza che ogni donna dovrebbe assicurarsi per il parto. L'ostetrica che mi ha seguito mi osservava da lontano, senza interferire nelle mie pratiche. Io sapevo solamente che potevo chiederle ciò che desideravo in caso di bisogno. Lei è stata molto discreta lasciandomi libera di assumere le posizioni che preferivo e di interagire in sintonia con la mia bambina: le parlavo, ascoltavo i suoi movimenti e assecondavo i ritmi che dettava al mio corpo. Alla fine del travaglio, l'ostetrica si è avvicinata capendo che era giunto il momento delle spinte, ha chiamato il ginecologo e gli ha detto: <<dottore, venga, c'è un parto bellissimo, la bimba sta per nascere!>>. Non dimenticherò mai queste parole! Anche durante le spinte ero concentrata esclusivamente sulla bimba che sentivo sempre più giù, sensazione favorita dalla respirazione down e dalle visualizzazioni praticate durante l'Hypnobirthing. Ormai non desideravo altro che stringere la mia bambina fra le braccia, desiderio che si è avverato dopo pochi minuti. Nello stesso momento in cui mia figlia è nata io sono rinata, l'ho adagiata sul mio petto e abbiamo condiviso la magia della vita a cui siamo grate. Immensa riconoscenza provo nei confronti di Ilaria che mi ha accompagnato durante questi mesi in maniera professionale ma anche affettuosa. Oltre ad essere una professionista eccezionale, Ilaria ha il dono dell'empatia, qualità fondamentale per chi sceglie di essere al fianco di una donna nel periodo più delicato e sorprendente della sua vita." Rosalina, mamma di Cornelia Maria, 15/01/2021 "Alle 21:02 del 20/11/2020, in ritardo di 11 giorni sono nato finalmente.. la mamma e il papà mi amano da morire, anche se sono stato così dispettoso! Sono lungo 49 cm e peso 3,575kg! Ilaria ti possiamo dire solo infinite grazie.. ho avuto un parto indotto che era partito con le più basse aspettative (ricoverata a 41+3 da sola senza S. e con una dilatazione pari a zero). Il travaglio è iniziato in sordina alle 11 di mattina dopo una notte di fettuccia e la mattina alle 9:30 induzione con ossitocina e poi rottura delle membrane alle 11! Le contrazioni sono state serrate (una ogni 2min e mezzo massimo) e toste, ma con la respirazione up, mio marito, e la tens sono riuscita ad arrivare alle 19 a completa dilatazione senza epidurale! L’ostetrica che ci ha seguito ci ha fatto i complimenti per come abbiamo fatto squadra e perché siamo riusciti a mantenere la calma! Sono state due ore toste invece quelle delle spinte, la respirazione down non sono riuscita a farla e ho davvero urlato come un’indemoniata.. alla fine è uscito in stile superman con il braccio alzato e mi sono beccata un po’ di punti! Pazienza, passa tutto.. perché mi giro, lo guardo, penso a tutta la strada fatta fin qui e non posso che essere la persona più felice del mondo! Grazie mille Ila, sei stata preziosissima (e scusami per l’ora ma sono sveglia che lo fisso da ore!) ❤️ Un abbraccio grande!" L’aromaterapia è una branca della fitoterapia che studia l’uso benefico degli oli essenziali. Gli oli essenziali sono dei composti aromatici prodotti dalla pianta grazie ai quali abbiamo un effetto riequilibrante su corpo, mente ed emozioni. Un olio essenziale è un concentrato fitochimico che viene utilizzato per le sue diverse proprietà e questo lo rende molto efficace già in piccole dosi, circa una o due gocce. Per rendere l’idea basti pensare che una goccia di olio essenziale di menta corrisponde a 28 tazze di tisana. Durate la diretta Instagram con la dott.ssa Veronica Pacella, biologa nutrizionista, erborista e life coach, vedremo nel dettaglio cos’è l’aromaterapia e come può essere utilizzata. Per riassumere intanto possiamo dire che gli oli essenziali si possono usare in tre modi: • diffusione: diffusi nell'ambiente con un diffusore a ultrasuoni; • uso topico: applicati sulla pelle; • uso interno: utilizzati per ingestione e solo quelli garantiti come sicuri per uso interno. Essendo composti volatili e/o liquidi hanno sempre un effetto generalizzato. L’aromaterapia a supporto della gravidanza Prima di utilizzare l’aromaterapia in un momento così delicato come la gravidanza, dobbiamo accertarci di essere seguite da una professionista esperta nel campo. Ci sono numerosi studi a supporto dell’aromaterapia in gravidanza, che viene impiegata sin dal 1987 negli ambienti ospedalieri inglesi. Tuttavia, non dobbiamo fare l’errore di pensare che ciò che è naturale sia anche innocuo. Gli oli essenziali infatti per il loro effetto già in piccole concentrazioni, vanno utilizzati con buon senso e consigliati su misura di ogni donna, sulla sua situazione e sulle sue necessità. Si sconsigli l’uso dell’aromaterapia in gravidanze a rischio, laddove ci sono state minacce d’aborto e in concomitanza con trattamenti farmacologici. Molti oli, quando sono di alta qualità e senza contaminanti, si rivelano sicuri per uso interno. In gravidanza però è sempre preferibile evitare questo impiego e utilizzarli per uso esterno in diffusione o massaggiarli diluiti in un olio cosmetico, come per esempio l’olio di mandorle. Vediamo ora quali sono gli oli essenziali a supporto nelle diverse situazioni durante la gravidanza: • Nausea e vomito: circa l’85% delle donne soffre di nausea e questo è sicuramente uno dei sintomi più comuni della gravidanza. L’olio migliore da utilizzare in questo caso è l’olio essenziale di Menta piperita o di Menta verde. • Disturbi digestivi: in questo caso è preferibile utilizzare delle miscele di oli essenziali che lavorano su diversi livelli del sistema digerente, poiché i disturbi digestivi possono avere diverse cause. Una miscela molto apprezzata può essere composta con menta piperita, lavanda, arancio dolce e zenzero. In commercio una miscela già pronta e molto apprezzata si chiama Zengest dell’azienda dōTERRA e contiene zenzero, menta piperita, cumino, coriandolo, anice, dragoncello e finocchio. • Stress: al giorno d’oggi le fonti di stress sono molteplici e la stessa gravidanza è considerata un fattore stressogeno. A tal proposito possiamo aiutarci con gli oli che contrastano lo stress con limone, pompelmo e arancio dolce. E ancora oli essenziali riequilibranti come l’incenso e il cipresso. Una miscela in commercio molto utile per trovare equilibrio e centratura si chiama Balance di dōTERRA e contiene: abete, incenso, camomilla romana, tanaceto e osmanto. • Insonnia: per l’insonnia gli oli essenziali più utili sono quelli rilassanti, come la lavanda e la camomilla romana. • Prepararsi al parto: tornano gli oli più riequilibranti e rilassanti, come l’arancio dolce, la lavanda, l’incenso e la camomilla romana. • Preparare l’ambiente alla nascita: si può diffondere una miscela di limone, arancio e incenso. E altri che vedremo durante la diretta o che puoi rivedere nel mio canale Instagram. Per approfondire Se vuoi supportare la tua gravidanza in modo naturale con il supporto di un’esperta, la nostra ospite Veronica Pacella mette a disposizione per la mia community dei colloqui gratuiti di 15 minuti per offrirti consigli mirati sulle tue necessità. Puoi prenotare un colloquio gratuito con lei scegliendo data e ora disponibili a questa agenda elettronica oppure visitare il suo sito veronicapacella.com e contattarla via email o via Instagram. Come acquistare i prodotti consigliati Puoi acquistare alcuni degli oli essenziali consigliati nella diretta sul sito di dōTERRA cliccando su questo link. L'Hypnobirthing può avere un enorme impatto nell'affrontare un parto cesareo e il ricovero ad esso associato. Indipendentemente dalle esigenze e dalle scelte, questo programma di preparazione al parto può permettere di affrontare il parto con calma, fiducia e controllo. Rende responsabili nel processo decisionale, perché permette di conoscere tutte le opzioni a disposizione e quindi ottenere il meglio dall'esperienza di parto.
Quindi ecco un po' di informazioni su come l'hypnobirthing può aiutare in caso di parto cesareo. 1. Paura del Parto L'hypnobirthing lavora sulle nostre convinzioni più profonde per permetterci di affrontare pensieri negativi e paure legate alla gravidanza, al parto e al post-parto. Ciò si ottiene attraverso l'ipnosi (uno stato di rilassamento molto profondo) che permette di accedere e modificare le nostre convinzioni profonde. In preparazione per un parto vaginale, l'ipnosi viene associata ad una buona preprazione su come il corpo funziona durante il travaglio e tutto questo può essere applicato anche ad un parto cesareo. 2. Tecniche di respirazione e rilassamento L'autoipnosi fornisce gli strumenti per mantenere la calma anche in ambienti sconosciuti e spaventosi, anche al di fuori dell'esperienza di parto, trovarsi in una posizione vulnerabile e circondati da estranei molto probabilmente richiederà un una certa dose della nostra risposta alla paura. Le tecniche di respirazione e rilassamento lavorano per ridurre al minimo la produzione di adrenalina e aumentare i livelli di ossigeno e ossitocina, permettendoci di rimanere sereni, anche quando le cose diventano difficili. 3. Capacità decisionale Scegliere un parto cesareo non significa rinunciare a vivere un'esperienza da protagonista. Ci sono spesso dei compromessi, ovviamente, ma ancora molte decisioni da prendere. L'Hypnobirthing ci incoraggia ad assumere la responsabilità delle nostre scelte, a capire che ciò che è meglio per "tutti" potrebbe non essere meglio anche per noi. Usando l'acronimo "BRAIN" (Benefici, Rischi, Alternative, Istinto, Niente) imparerai a fare scelte di cui ti senti soddisfatta come genitore e ti verrà nsegnato che hai il diritto di essere rispettato nel tuo processo decisionale informato. 4. Coinvolgimento del partner di nascita L'hypnobirthing è progettato per supportare sia le donne che i loro partner. Per ispirare fiducia, coltivare calma e dare loro il permesso di accogliere l'esperienza dell'arrivo del loro bambino, anche in circostanze difficili. Chiunque abbia vissuto un parto insieme ad un partner preparato capirà l'impatto che può avere, non solo sull'esperienza di parto, ma anche nella genitorialità. La maggior parte dei bambini arrivano al parto in presentazione cefalica. Poi c’è una piccola minoranza, circa il 4% che decidono che la presentazione podalica è la posizione più comoda per loro.
Potrebbe essere a causa della forma dell'utero, della posizione della placenta, del cordone o semplicemente perché non sono riusciti a girarsi finché non c'era più molto spazio per farlo. La maggior parte dei bambini si girano in posizione cefalica la tra la 30esima e la 36esima settimana. Il problema è che ad alcune donne viene detto molto presto che il loro bambino è podalico, mentre in alcune fasi della gravidanza può semplicemente trattarsi di un bambino che non si è ancora girato! Allo stesso tempo ci sono delle tecniche con cui si può incoraggiare un bambino nella posizione cefalica. In lettura scientifica si discute dell'efficacia della digitopressione del punto Bladder 67, solitamente stimolato con la moxibustione, che si presume abbia almeno il 66% di successo (Tiran 2004, 2009, Van den Berg et al 2008). Ma ciò di cui si parla davvero poco è dell'effetto delle suggestioni ipnotiche sul rivolgimento cefalico. Purtroppo c'è un solo studio condotto dal Dr Mehl datato 1994 e nessuna ricerca recente, ma sappiamo che l'ipnosi e in particolare l'autoipnosi sono pratiche sicure in gravidanza se somministrate da un professionista specializzato. Nella sua ricerca l'81% dei feti nel gruppo di intervento si è convertito alla presentazione cefalica rispetto al 48% di quelli nel gruppo di controllo con una differenza quindi statisticamente significativa. Per questo motivo l'Hypnobirthing ha messo a punto un rilassamento specifico con suggestioni ipnotiche per il rivolgimento cefalico in cui il rilassamente profondo può incoraggiare i muscoli a rilasciare le tensioni, dando al tuo bambino lo spazio di cui ha bisogno per girarsi. Tutto questo si può associare anche ad un esercizio messo a punto dal progetto inglese Spinning Babies e la Respirazione "Up" che si apprende in un corso Hypnobirthing. Per questo motivo regalo alle mamme che hanno frequentato il mio corso Hypnobirthing la traccia audio per il rivolgimento cefalico e le indicazioni per praticare l'esercizio Spinning Babies e la Respirazione "Up", poichè conoscono le fondamenta della respirazione e dell'ipnosi che già praticano dal corso. Se invece sei in dolce attesa e vuoi sperimentare l'ipnosi solo per il rivolgimento podalico puoi contattarmi per acquistare una lezione in cui impararai ad utilizzare: - l'ipnosi con le suggestioni ipnotiche per il rivolgimento cefalico - l'esercizio Spinning Babies - la Respirazione "Up" La TENS Machine è un metodo non farmacologico per la gestione del dolore in travaglio. Ve ne parlavo nell'articolo in cui vi spiegavo come agiscono sul corpo di una donna le metodologie di gestione del dolore di tipo non farmacologico. Se ricordate bene, ciò che Chaillet cercava di spiegarci nella sua metanalisi è che il modo migliore per una gestione non farmacologica della gestione del dolore in travaglio è quello di lavorare su entrambe le componenti del dolore: la componente emotiva e la componente percettiva. Annoverava quindi per la componente emotiva tutte le tecniche presenti in un corso di accompagnamento al parto Hypnobirthing: Autoipnosi, Respirazioni, Visualizzazione. Mentre per la componente percettiva suggeriva proprio l'utilizzo di una TENS a bassa e ad alta intensità.
Quindi cos'è e come funziona la TENS? É un apparecchio composto da 4 elettrodi che possono essere attaccati alla parte bassa della schiena (due sotto la linea del reggiseno e due sopra la linea dello slip), che inviano lievi impulsi elettrici attraverso la pelle. La sensazione che si prova indossando una TENS è quella di un leggero formicolio o lieve pizzicore, che durante il travaglio, molte donne trovano rilassante e distraente dalle sensazioni delle contrazioni. Attraverso un dispositivo che la mamma può appendere intorno al collo, è possibile aumentare l'intensità degli impulsi elettrici, "potenziarli" o spegnerli. La TENS può essere utilizzata in combinazione con qualsiasi altra forma di sollievo dal dolore (tranne l'acqua... per ovvi motivi!), può anche essere interrotta in qualsiasi momento, ad esempio se si desidera entrare in una vasca o sotto la doccia. Come mai la diffusione di questi impulsi elettrici nella schiena aiuta con il dolore del travaglio? In primo luogo, attraverso la "teoria del del cancello". Immagina la tua spina dorsale composta da una serie di piccole porticine che si aprono per consentire alle informazioni di raggiungere il tuo cervello. Quindi ogni sensazione che senti sotto l'altezza del collo, passa attraverso la colonna vertebrale. Durante il travaglio, il tuo cervello riceve, ad ogni contrazione, un messaggio di dolore. La TENS Machine è in grado di confondere questo messaggio, stimolando le terminazioni nervose circostanti. É come quando, istintivamente, strofiniamo il ginocchio di un bambino che è appena caduto facendosi male! Un altro modo in cui la TENS Machine aiuta il tuo corpo in travaglio è attraverso la produzione di endorfine. Quando il nostro corpo avverte dolore, crea una sua versione di antodolorifico naturale attraverso la produzione di alcuni ormoni chiamati endorfine - che, se potessimo mettere in una provetta, si rivelerebbero più potenti della morfina! Pertanto, la stimolazione creata dalla TENS Machine aumenta la produzione di endorfine, che possono contribuire a rendere più confortevole il travaglio. Cosa dice la ricerca? Al momento, non ci sono molte ricerche di alta qualità sull'uso delle TENS - poiché è quasi impossibile "accecare" un gruppo di controllo. Ma la ricerca più recente mostra che può ridurre i livelli di dolore durante il travaglio e aumentare la soddisfazione materna intorno alla nascita. Inoltre al momento non sembrano esserci effetti collaterali negativi nell'uso della TENS durante il travaglio. Quindi perchè non provarla? La scienza della nanna e dell’allattamento: conoscerli per attraversarli con il tuo bambino.1/5/2020 Articolo scritto in collaborazione con l'Ostetrica Eleonora Giacobbi.
Quando viene dato alla luce un bambino, ecco che nasce anche una coppia di genitori. Ogni giorno trascorso con il proprio cucciolo è un'importante base di apprendimento. Il neonato non parla, non esprime i suoi bisogni a parole. E quindi comprenderlo, per noi adulti, è un lavoro molto complesso. A volte è più semplice, a volte può essere snervante e arrivare a farci mettere in dubbio le nostre competenze. Ecco allora che come ostetrica e psicologa vorremmo darvi dei consigli. Il vostro ruolo come figura genitoriale non si realizza soltanto nel cambiare pannolini o somministrare cibo. La parte più difficile riguarda il comprendere i vari stati comportamentali del bambino. Durante la giornata, il vostro piccolo uomo attraversa dei momenti di sonno e altri di veglia. Più delle situazioni intermedie. A cosa vi serve capire le varie differenze? Per aiutare il bimbo a gestire questi stati in maniera armonica. E sicuramente per facilitarvi il lavoro di padre e madre. Per esempio alcuni momenti sono più adatti per poppare, altri per giocare. Altri ancora predispongono per il sonnellino. Una volta diventati esperti nel riconoscere i vari stati di coscienza del vostro bambino, tutto vi sembrerà più semplice. Sarete più felici e anche il vostro bimbo si sentirà compreso! Come tutti i genitori sanno, il mondo del sonno dei bambini è caotico e strano, sicuramente molto diverso da quello degli adulti. I neonati dormono tantissimo, in media 16-18 ore al giorno durante le prime due settimane. Tuttavia si svegliano frequentemente e raramente dormono più di 4 ore di seguito, anche di notte. I loro orologi interni non sono ancora sincronizzati con la durata di 24 ore di una giornata. Sembra una ricetta per far impazzire mamma e papà, ma comprendere la scienza del sonno può aiutarti ad evitare errori che possono ritardare lo sviluppo di ritmi più maturi del sonno o complicare l’esperienza dell’allattamento. Dopo il parto i neonati devono sviluppare i propri ritmi circadiani e, sfortunatamente per noi, questo richiede tempo e il processo è complicato dal fatto che i neonati hanno bisogno di nutrirsi ogni poche ore. Di conseguenza, gli episodi di sonno del neonato tendono ad essere brevi e distanziati ad intervalli abbastanza regolari tutto il giorno. Ci sono ovviamente delle differenze a seconda del tipo di alimentazione fatta dal bambino e anche dalla sua indole personale. Lo stato comportamentale di un neonato deriva da uno dei suoi sei stati di coscienza. Questi stati includono due stati di sonno, tre stati di veglia e uno di transizione. L'espressione facciale e il movimento del corpo del tuo neonato variano all'interno di ogni stato, ci saranno dei momenti in cui il bambino ha bisogno del genitore per cambiare il suo stato e senza di questo aiuto "esterno" non ci riuscirebbe. Prendiamo per esempio il sonno, il bambino nasce con la capacità di addormentarsi da solo, ma poi in realtà è il genitore che deve accompagnarlo verso questo stato comportamentale. Se, infatti, ad esempio, il genitore in quel momento stimola il bambino invece che renderlo quieto, il bambino potrebbe saltare del tutto il sonno e trovarsi in una nuova fase di veglia attiva. Sonno profondo Il sonno profondo si verifica quando il neonato è più rilassato. Le palpebre del tuo bambino rimangono chiuse e ferme e lui rimane relativamente poco sensibile al rumore esterno. Il neonato si alterna tra sonno tranquillo e attivo ogni 30 minuti. Per essere sicuri che il bimbo è in questa fase vi basta ascoltarne il respiro: deve essere lento, profondo e regolare. Il cucciolo in questo momento ridurrà al minimo i movimenti. Gli studi scientifici ci dicono che è proprio in questo momento che il bambino cresce e si sviluppa. Sonno attivo Durante il sonno attivo, i rumori improvvisi possono spaventare il neonato. I suoi occhi si muovono rapidamente sotto le palpebre chiuse e possono persino aprirsi prima di richiudersi rapidamente. Le braccia e le gambe del neonato si contraggono e può anche muovere la bocca, facendo movimenti di suzione o masticazione e altre facce buffe. Tutto ciò avviene perché, come dice il termine, in questa fase il cervello del bambino è molto attivo. Esso sta immagazzinato e organizzando esperienze e informazioni. È in questo stato di coscienza, infatti, che i respiri del bambini diventano più veloci e irregolari. Potrebbe indicare che si sta avvicinando il risveglio o semplicemente che sta per arrivare un'altra fase di sonno profondo di lì a poco. Attenzione a non fare rumore in questa fase, il bambino potrebbe sentirvi! Veglia quieta I neonati nello stato di veglia quieta compiono dei piccoli movimenti. Gli occhi rimangono spalancati nella consapevolezza vigile. Inoltre, i neonati nello stato di veglia quieta possono seguire una pallina, guardare un volto, rivolgersi a una voce e persino iniziare a imitare le espressioni facciali. Il tuo bambino può sembrare poco attivo in questo stato, ma in realtà è molto impegnato a conoscere il mondo che lo circonda. Questa fase è ideale per proporre al bimbo delle attività importanti per la sua crescita come il massaggio infantile. Che stimolano tutti i suoi sistemi ma non lo attivano troppo. Veglia attiva I neonati raggiungono l'apice del movimento durante lo stato di veglia attiva. Si muovono, allungano ritmicamente le braccia e calciano con le gambine. Questo movimenti rafforzano la connessione tra il suo cervello e i muscoli del corpo. Anche gli occhi del tuo bambino si muovono velocemente durante questo stato e il bambino può emettere piccoli suoni. Tuttavia in questa fase il bambino non ha capacità di attenzione, si sta agitando e può sfociare in piagnucolii e pianti disperati. È in questo momento che ha più bisogno di te. Se sarai bravo/a e attento/a potrai aiutarlo a calmarsi e a tornare nello stato precedente. O in alternativa ad avvicinarsi al sonno. Il bambino durante la veglia attiva ci dimostra che ha bisogno di variare qualcosa. Per esempio potrebbe essere troppo stimolato da una voce, da un rumore o da un movimento prodotto da chi lo sostiene. È uno stato necessario ma non deve durare troppo. Pianto All'interno dello stato del pianto, i movimenti del neonato passano da ritmici a caotici. Chiude gli occhi, si contorce, le braccia e le gambe si agitano. Il tuo bambino piange quando sente fame, disagio, frustrazione o solitudine. Il movimento coinvolto nel passaggio dalla posizione distesa al riposo in posizione verticale, quindi nel prenderlo in braccio, dona affetto e calma la maggior parte dei bambini. Questa ultima frase è da riscrivere, si capisce poco a mio avviso. Il bambino adotterà gradi differenti di tono e intensità durante il pianto, che vi segnaleranno dei significati diversi. La pelle del cucciolo spesso cambia di colore virando verso il rosso acceso o al fucsia addirittura. Questo stato richiede molta sensibilità e i vostri maggiori sforzi. A volte, nonostante tutti i vostri tentativi il bambino non smetterà comunque di piangere. Ecco, in quel momento dovete semplicemente contenerlo, abbracciarlo e farlo sentire al sicuro. Ci sono delle emozioni, nei bambini, positive o negative, che si scaricano tutte insieme dando luogo a questi momenti di pianto forte e quasi inconsolabile. Possiamo provare a metterci nei loro panni: vivono un sentimento intenso ma neanche sanno come e dove si è sviluppato. Ne vengono investiti e travolti. E il contatto col genitore è l'unica certezza. Sonnolenza La sonnolenza si verifica come una transizione tra gli stati di veglia e di sonno. Quando i neonati si svegliano o si addormentano, entrano nello stato di sonnolenza. Il tuo bambino può fare alcuni movimenti corporei, come lo stretching, nonché una serie di espressioni facciali - dall'accigliarsi al sorridere allo sbadiglio. Le sue palpebre iniziano sempre a cedere in questo stato e i suoi occhi assumono uno sguardo sfocato, stanco. Infine, l'Ostetrica Eleonora Giacobbi ci parla del momento migliore per allattare il bambino. Dopo aver visto tutte queste fasi insieme, avrete capito già da sole che si tratta della veglia quieta. Ma non sempre sarà così. A volte andrà bene avvicinare il bimbo al seno durante lo stato transitorio poiché il bimbo completerà il suo risveglio direttamente al seno. E, inutile dirlo, non va attaccato durante il pianto. Nessuna attività, soprattutto mangiare, deve essergli proposta mentre piange. Il bambino sta cercando di farvi capire il suo bisogno e ha bisogno di essere compreso. Soltanto questo. Vi sarete certamente resi conto di quanto sia complesso non solo il vostro ruolo ma anche l'universo del bambino. E di come comprendere gli stati comportamentali sarà solo il primo passo verso una crescita comune, condivisa e meravigliosa. |
AutoreDott.ssa Ilaria Giangiordano Archivi
January 2022
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